La Madonna di Viggiano e il Monte Sacro della Basilicata

il pellegrinaggio al Monte di Viggiano e il cammino dal nero alla luce
Madonna Nera del Sacro Monte di Viggiano
Anche io finalmente ho scalato la mia Montagna Sacra. Ho percepito il moto irrequieto del mio cuore e l'ho portato alla vetta più vicina al cielo, dove poter trovare quiete. L'ho portato sul Sacro Monte di Viggiano e ho capito perché si dice che "non si è veri lucani se non si è mai stati al pellegrinaggio della Madonna Nera".


Sono le 6:15 del mattino, Viggiano è tutta sveglia e tutti portano qualcosa nel cuore che fa rumore.
Subito ci dirigiamo nella Chiesetta di San Sebastiano, dove Lei aspetta che la vengano a prendere per "sop-portare" la fatica della salita assieme ai suoi fedeli. Appena si spalancano le porte, quella stessa luce che illuminò la Montagna nel 1304, o forse nel 1314, abbaglia gli occhi moderni che ne hanno sempre più bisogno.

il pellegrinaggio al Monte di Viggiano e il cammino dal nero alla luce

Lei, la Madonna Nera, l'effige sacra del XIII secolo col suo ovale ligneo e il corpo tutto d'oro, emette subito quella grande fiamma che attrae e riscalda. Ti guarda e ti sussurra:

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Madonna Nera di Viggiano
"Vieni con me, qualunque sia la tua meta o l'ostacolo del tuo cammino, procedi con me e sali, sali sempre. E mentre sali, lentamente, il cuore si placherà e troverai la quiete: una quiete che è solo l'ombra del tuo moto costante, l'ombra che riflette l'immensa luce del tuo cammino". Così, pieni di fede in questa promessa eterna quanto la Montagna e vera quanto la luce e l'ombra che essa riflette, tutti i pellegrini della Basilicata cominciano l'ascesa verso la cima della terra che bacia la luce del cielo.

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Un cammino di 12 Km che si fa sempre più ripido e difficile, attraversando anche l'impervio tratturo della "via vecchia" dove un piede in fallo o una pietra che si stacca dal corpo della Madre montuosa, può davvero essere molto pericoloso se non si cammina con concentrazione e preghiera: un costante e attento dialogo tra l'uomo e la Natura, tra il finito e l'infinito, in cui la Montagna e le sue fatiche argomentano l'importanza delle difficoltà e degli ostacoli, del Nero, affinché si possa allenare la volontà e lo spirito per arrivare al luminoso traguardo.

il pellegrinaggio al Monte di Viggiano e il cammino dal nero alla luce
salita dei pellegrini verso la cima del Sacro Monte di Viggiano
Se la Madonna Nera, un volto del Femminile che poteva spaventare o non essere riconosciuto, si è salvata dalla distruzione dei Saraceni nell'antica Grumentum (1050), grazie alla custodia del Monte di Viggiano, tutto ciò che fa paura porta con sé la salvezza di potercela fare, se solo si sfida la salita per cercare la luce e riconoscere cosa si nasconde dietro quella paura. Questa montagna aspra, rocciosa, irriducibile ha premiato i pastori viggianesi che in quel tempo videro la luce e, pur temendone il cammino, non si arrestarono ma ne vollero toccare l'origine. E da allora questo è il vero ponte tra la Basilicata e il Cielo, perché qui in cima trovarono un'Iside nera, che ricompose tutti i pezzi del cuore e dell'eterna Storia degli uomini e della Terra che li ha generati.

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salita verso il Sacro Monte di Viggiano
La vera quiete consiste nel sostare quando è tempo di sostare e nel procedere quando è tempo di procedere. Così i 12 chilometri sono costellati da diversi "Poggi", piccoli altari di pietra in cui viene fatta sostare la Madonna Nera lungo la salita. 

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offerta di biscotti lungo il pellegrinaggio alla Madonna di Viggiano
A ogni poggio c'è il "ristoro" della comunità viggianese che fornisce acqua e cibo per proseguire: latte fresco appena munto, biscotti dolci e salati, vino e tanta musica di ciaramelle e zampogne. Come "angeli" messaggeri della nera fatica rammentano che non si è soli, la Signora che prende e che dona è sempre davanti al pellegrino nella sua teca dorata dai drappi rossi, punto luminoso visibile da inseguire e perseguire con gioia e melodia. Solo così quiete e moto sono in armonia con le esigenze del Tempo, e allora si trova luce di vita.

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offerte di cibo e bevande lungo i Poggi del pellegrinaggio verso il Sacro Monte
Un lungo mantello di uomini mostra il cammino della Madonna Nera, con fatica si sobbarcano il peso di "salire" per sé e per gli altri, portando in spalla il simbolo sacro più amato dalla Basilicata, la loro Regina e Patrona. Tutte le rappresentaze dei paesi lucani vogliono aiutare i Viggianesi nell'ardua salita e, a ogni poggio, la bella fanciulla nera e straniera viene sorretta da un paese diverso fino a raggiungere il primo traguardo: la Piana Bonocore, dove, forse per la "fatalità" del nome, i cuori arrivano per riposare lungamente, ascoltare parole bibliche, e ripartire per l'ultima grande fatica, quella che porta al santuario, il punto più alto in cui fu trovata la Madonna Nera e in cui torna ogni prima domenica di maggio per guardare e proteggere tutto il raccolto e la vita della Val D'Agri.

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Santuario della Madonna Nera in cima al Sacro Monte di Viggiano

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portatatori della Madonna Nera di Viggiano
Il tratto finale, il più ripido di tutti, lo sforzo finale richiesto dalla Montagna, è compito dalle spalle del popolo che per primo ne vide la luce e ne salvò il volto nero. Il controllo del cuore permette di liberare gli impulsi egoistici per salire al grado superiore, dove la quiete trova il suo coronamento: una corona d'oro su un capo nero, le cui braccia sono aperte e offrono in una mano la luminosa rinascita spirituale (il bambinello) e nell'altra la cura per la Terra che ci nutre, continuamente minacciata da un nero avvelenamento che "inquina" la volontà . Solo se decideremo di "salire" verso le vette più alte del cuore e lasciare a valle i nostri piccoli interessi ed egoismi, quel ventre dissetante e nutriente, che da secoli permette agli uomini di camminare, sarà consegnato a chi verrà dopo di noi nei secoli dei secoli.  Amen.


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"La Luce della Madonna di Viggiano e l'Ombra del petrolio in Val D'Agri", opera partecipata di Vito Palladino

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Iside
INNO A ISIDE

Perchè io sono la prima e l'ultima,
Io sono la venerata e la disprezzata,
Io sono la prostituta e la santa,
Io sono la sposa e la vergine,
Io sono la madre e la figlia,
Io sono le braccia di mia madre,
Io sono la sterile, eppure numerosi sono i miei figli.
Io sono la donna sposata e la nubile,
Io sono colei che dà la luce e colei che non ha mai procreato,
Io sono la consolazione dei dolori del parto.
Io sono la sposa e lo sposo,
E fu il mio uomo che mi creò.
Io sono la madre di mio padre,
Io sono la sorella di mio marito,
Ed egli è il mio figliolo respinto.
Rispettatemi sempre,
Poichè io sono la scandalosa e la magnifica

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La Madonna Nera di Viggiano



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