Carnevale, appesantito e ubriaco, mostra a tutto il paese di Teana il suo supplizio. Ben legato e scortato dalla Legge, è pronto ad affrontare il processo per i suoi allegri bagordi ma non senza godere dell'ultima e più succulenta abbuffata del sabato grasso, offerta dai concittadini in cambio del suo sacrificio. L'apoteosi del maiale, nelle sue varie forme e lavorazioni, alleggerisce il lutto della povera Quaremma, mentre medici e religiosi tentano di curare il grasso corpo e la ricca anima della vittima. Tutta la sua corte lo segue così come merita, tra vino, delizie, canti e balli... ma soprattutto una grande forza della Natura lo protegge: l'Urs (l'orso), animale totemico che guida il suo transito dal vecchio al nuovo anno, dalla prosperità del passato all'auspicio di una più ricca abbondanza del futuro. Il primo della corte, silente e serio, è Portafortuna. Le sue colombe saranno liberate prima del processo a Carnevale, pronte a volare verso la Rinascita della Primavera.
L'Urs e la Legge
Carnevale di Teana, il corteo simbolico e gastronomico più succulento che ci sia
E' il sabato più grasso della sua grassa vita, quello di Carnevale a Teana. La fedele corte del condannato a morte lo segue lungo tutte le strade del paese, dal campo sportivo fin su nella piazza principale dello splendido borgo del Pollino. Apre il corteo Portafortuna, nascosto da una pelle di capra e ricco di bigliettini della fortuna per tutti coloro che vorranno fargli un'offerta. Al collo porta una grande gabbia cornuta con dentro due colombe bianche. Subito dopo segue l'Urs in catene, completamente ricoperto da una pelle di capra, con campanacci appesi al corpo e un'andatura minacciosa. I carabinieri che lo custodiscono si tengono a debita distanza, allungandogli la catena se possibile, perché questo prigioniero è il più indomabile di tutti: selvatico e imprevedibile come la forza naturale che lo anima. A pochi passi dall'Urs, c'è il giudice che tira la cavalcatura di Carnevale: un asino carico di otri di vino appena requisito all'eccellente imputato. E finalmente arriva lui, Carnevale, sorretto dal suo bastone fatto con un fiasco di vino che gli allevia la fatica del cammino e l'arsura della sete. Legato ben bene dai Carabinieri che lo scortano, si ferma a ogni passo per inscenare motti satirici e irriverenti sulla sua sfortunata e ingiusta sorte. Al suo fianco l'amata Quaremma, sua compagna di danze e farse. Ilfuso che le cinge la vita presagisce la lunga trama d'amore che a breve sarà tagliata. A sorreggere e consolare l'allegra coppia, parroco e sagrestano portatori di "vino santo" con cui benedire il lungo corteo. Il corpo ha bisogno di cure quanto l'anima, così non mancano il dottore e i suoi infermieri per alleviare i danni dell'indigestione e le "ferite" grondanti di vino. E se ad aprire è la vocazione primaverile di Portafortuna, gli ultimi cortigiani di Re Carnevale sono U' Zit e La Zit' (lo sposo e la sposa), la coppia in amore che garantirà prosperità e discendenza alla nuova annata.
Carnevale scortato dai Carabinieri
L'asino di Carnevale
Quaremma
I Religiosi, u Zit e a Zit, Quaremma
L'abbuffata di Carnevale
Corteo di Carnevale
Lo sgherro di Carnevale
Corteo di Carnevale
La corte di Carnevale a Teana, così ricca di simboli e farse plautine, è ancor più ricca dell'altro grande patrimonio simbolico che accompagna il Re nel suo transito solare: il capitale fondamentale di ogni tempo, quello gastronomico. Non si contano le tappe di "ristoro" lungo strade e vicoli: a ogni cento passi fioriscono tavolate addobbate dei migliori prodotti della tradizione culinaria di Teana. Si comincia con un antipasto di Mozziconi, tradizionali tocchetti di farina, uova, acqua e sale poi cavati sul retro della grattugia; si passa al Colluriell o Pitta, ciambella di pane ripiena di peperoni, formaggio e uova. Carnevale "al tempo dell'amore" di Teana offre come primo d'eccellenza i Maccarun c'a muddic (maccheroni con la mollica), ovvero pasta fresca lavorata col ferretto, condita al ragù di cotica e cosparsa di mollica di pane soffritta con u' zafaran (polvere di peperone essiccato). E infine il grande ospite d'onore: il sacro porco! Salame, o meglio Lucanica, Capicollo, Pancetta, Prosciutto, Porchetta di una qualità, morbidezza e sapore indescrivibili. E poi Caciocavalli e Provoloni che si sciolgono in bocca e lasciano il profumo di verdi campi ruminati e resi siero per la felicità... Il tutto irrorato da litri e litri di vino. Tantissimo vino. E' cosa buona e giusta che queste offerte provengano dal cuore generoso e laborioso dei teanesi. L'orgia gastronomica, infatti, è totalmente offerta, gratis come la felicità, dalle case di Teana. Ogni donna, ogni uomo approntano il proprio banco di delizie così come lo preparerebbero per il migliore dei loro ospiti, prendendo dalla dispensa il meglio che c'è... e c'è davvero tanto e tanto buono! Ogni cantina è aperta per il Re e la sua corte, soprattutto quella du Prufessor' (del Professore), sede quotidiana delle mangiate di Carnevale fin dal 1800, in cui le catene di Lucanica gareggiano con le botti per sapienza e lavorazione di ogni dono concesso dallo splendido territorio di Teana.
Mozziconi di Teana
Colluriell o Pitta di Teana
Maccarun c'a muddica di Teana
Bastone di-vino che sorregge Carnevale
Il dottore di Carnevale
Corteo di Carnevale
Corteo di Carnevale
Il processo di Carnevale
Dopo l'ultima e più grande mangiata, ultimo desiderio del condannato, il teatro itinerante della Corte di Teana termina in piazza col processo a Carnevale. I Carabinieri e il Maresciallo conducono l'imputato davanti al giudice, alla presenza dell'avvocato difensore e del Pubblico Ministero. I capi d'imputazione contro Carnevale sono: la dedizione all'ozio, il mangiar troppo e il bere a crepapelle, il furto di tutto il sale del paese per le soppressate, l'aver disturbato la quiete del paese con i suoi scherzi e la sua allegria, l'aver maltrattato la moglie Quaremma e averle fatto partorire ben Sei figlie femmine (Anna, Susanna, Ribecca, Ribanna, Cecilia e Sabetta) con un solo figlio maschio (Taramando). Oltre alle tradizionali imputazioni attribuite alla "maschera", Carnevale di Teana è accusato di una serie di malefatte realmente accadute nella comunità teanese durante l'anno, quali potrebbero essere una cattiva raccolta differenziata o beghe di amministratori locali, disservizi e quanto può suscitare il riso pur conservando una punta d'amaro. La maestria e la satira applicate al testo del processo, come delle altre piccole farse in vernacolo che si "tramano" lungo il corteo del sabato grasso, sono degne della migliore Commedia dell'Arte e, ancor prima, stupirebbero lo stesso Plauto.
Al termine dell'arringa, il giudice rimette la sentenza nelle mani del popolo: Carnevale è colpevole o innocente? E proprio come fu per il Nazareno, il popolo lo decreta colpevole. E' tutto pronto per l'esecuzione capitale del condannato, quando all'improvviso l'Urs, liberatosi dalle grinfie dei carabinieri, fa irruzione sulla scena, si carica Carnevale sulle spalle e lo porta via verso il bosco, libero e pronto per tornare ancora più forte l'anno venturo.
Il processo a Carnevale
L'Urs
Il processo di Carnevale a Teana non è solo il punto più alto della creatività letteraria e teatrale del suo custode, il popolo lucano in questione, ma anche la conferma di come i Carnevali Antropologicidella Basilicata conservino l'arcaico legame col rito del Solstizio d'Inverno che si pensa si sia diffuso da Babilonia, passando per i Grandi Misteri greci e giungendo fino ai Saturnalia romani. Parecchi studiosi, infatti, vedono in tutto il Carnevale di Teana una riproposizione burlesca della Passione di Cristo e del Processo sotto Ponzio Pilato. La conferma di questa "memoria" arcaica arriva proprio dalla tradizione orale della scrittura del processo, in cui, forse l'unico caso tra i carnevali antropologici, uno dei capi d'imputazione sono l'aver generato le sei figlie femmine con il settimo maschio. Non è difficile identificare le sei figlie di Carnevale (principio lunare e ricettivo) con le sei domeniche quaresimali fino alla settima di Resurrezione, ovvero quella dell'Equinozio di Primavera, che identifica il figlio maschio (principio solare e attivo). Simbolo sottolineato maggiormente dalle colombe portate al collo di Portafortuna. L'ultimo figlio Taramando è il Sole del nuovo anno pienamente ristabilito in cielo dopo il transito astronomico del Sostizio d'Inverno e il suo Currus Navalis (Carro Navale, da cui Carnevale, rito solstiziale coincidente col Capodanno Babilonese secondo molti studiosi, tra cui lo storico ed archeologo tedesco Hugo Winckler ma anche il noto scrittore, filosofo e intellettuale francese René Guénon)
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