L'uovo, la pupa e la Pasqua in Basilicata

la pupa in Basilicata, ricetta della pupa di San Costantino Albanese, simbologia dell'uovo, origini del simbolo dell'uovo di Pasqua, storia dell'uovo di cioccolato con sorpresa
L'uovo di cioccolato, simbolo della Pasqua, e il mio Manuel, simbolo della mia Resurrezione

Non è Pasqua se non c'è uovo. E in Basilicata, come nel mondo intero, la tavola pasquale celebra la resurrezione primaverile col suo simbolo più antico nell'artistica scultura di pane: la "pupa di Pasqua" e il suo sacro cuore fatto un uovo sodo.


La pupa di Pasqua

La pupa è un'armoniosa forma di pane "speciale", che ha le sembianze di una donna dal roseo volto fatto d'uovo sodo con corteccia avvolto in due una strisce di pasta a simboleggiare unione e rinascita. A San Costantino Albanese, paese arbëreshë sul versante lucano del monte Pollino, la tradizione è gelosamente conservata ed ogni sera del Giovedì Santo la pupa viene preparata dalle nonne e regalata alle bambine per augurare fertilità nel giorno della Domenica di Pasqua. Un dono di "rinascita" fatto a piccole donne, germogli esse stesse. E, se in origine la pupa era destinata alle sole femminucce, col tempo e per la parità dei sessi, si pensò anche ai maschietti, così nacquero pupe a forma di cavalluccio o cestino, sempre con un uovo sodo al centro. Nel resto della Basilicata, poi, le pupe cambiarono anche un po' sostanza e divennero dei biscotti dolci da consumare a colazione, ma l'uovo resta il perno di questo dono gastronomico pasquale.

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La pupa di Pasqua fatta da Nunzia Larocca, S. Costantino Albanese

La ricetta della pupa a San Costantino Albanese

A San Costantino, il forno di Nunzia Larocca ha fatto un lavoro di recupero della tradizione e ora è "fonte autorevole" di pupe e cugliacci (l'altro speciale pane arbëreshë che si prepara per la Pasqua e per i matrimoni). Ecco la sua ricetta originale di San Costantino e di Nunzia: 

Ingredienti:

farina di grano tenero
farina di grano duro
5 uova per ogni Kg di farina 
lievito madre
un pizzico di lievito di birra
olio
sale
pepe 

I due tipi di farina vanno mescolati in pari quantità per preparare l’impasto base del cugliaccio, aggiungendo poi le uova, il sale, l’olio, i lieviti. Si impasta e si lascia a crescere al caldo per almeno 45 minuti. Poi si "scolpisce" l'impasto e si inforna.

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Le pupe di Nunzia Larocca a San Costantino Albanese


L'uovo di Pasqua: simbolo antichissimo di resurrezione e fertilità

L'uovo della pupa, l'uovo del lucano tortino salato detto cauzon, o ancora il più universale uovo di cioccolato o le uova decorate... tutte variazioni sullo stesso tema: l'uovo di Pasqua. Ma perché questo prezioso alimento è il simbolo di una delle più importanti feste, non solo cristiane, ma di tutto il mondo?
"Omne vivum ex ovo", cioè "tutti i viventi nascono da un uovo", è il dogma che per secoli ha spiegato il principio che la vita non può avere origine dal nulla. Questa era anche la frase che gli antichi Romani usavano recitare mentre seppellivano un uovo dipinto di rosso nei loro campi, come rito propiziatorio per il buon esito del raccolto.  E non è un caso che il Cristianesimo festeggia la Pasqua tra il 25 marzo ed il 25 aprile, ovvero nella prima domenica successiva al Plenilunio che segue l’Equinozio di primavera, proprio quando i pagani celebravano la Festa di Primavera. Con la Primavera rinasce ogni cosa intorno all'uomo e ci si prepara anche al risveglio dei campi: è il passaggio dalla stagione del riposo a quella della nuova semina e quindi della nuova vita per la natura. E come la natura e i suoi frutti, che nutrono l'umanità, risorgono dopo la morte invernale così l'Uomo stesso risorge: il guscio dell'uovo è la tomba dalla quale Cristo uscì vivo.
I miti e le religioni precedenti al Cristianesimo vedevano nell'uovo un prodotto della natura così perfetto da essere la rappresentazione terrena del Cielo e della Terra, ritenuti due metà dello stesso uovo, ovvero due emisferi che costituivano, nell'ovale interezza, la vittoria della vita sulla morte. I Greci, i Cinesi ed i Persiani se li scambiavano come dono per le feste Primaverili, così come nell'antico Egitto le uova decorate erano scambiate all'Equinozio di primavera, data di inizio del "nuovo anno", quando ancora l'anno si basava sulle le stagioni.  
L'uovo era il mistero della fertilità, l'inspiegabile nascita di un essere vivente da una natura così speciale. Era considerato un oggetto magico tanto da essere interrato sotto le fondamenta degli edifici per tenere lontano il male, portato in grembo dalle donne in stato interessante per scoprire il sesso del nascituro e le spose vi passavano sopra prima di entrare nella loro nuova casa.

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Buona Pasqua 

L'uovo di Pasqua e la modernità

Il simbolo della Pasqua così come lo conosciamo oggi, l'uovo di cioccolato con la sorpresa dentro ha rielaborazioni più moderne. In Occidente, l'usanza di regalarsi uova si diffuse a partire dal Medioevo, probabilmente prima in Germania. Da qui cammina lungo l'Europa fino ad arrivare nella Russia zarista del XIX secolo, quando l'arte orafa raggiunse il suo picco. Fu proprio l'orafo di corte Peter Carl Fabergé (1846-1920), infatti, a dare il via alla tradizione dell'uovo-sorpresa, oltre all'uovo-dono. Fabergé fu incaricato dallo zar  Alessandro III di preparare per la zarina delle meravigliose uova decorate. Egli creò delle uova-matrioska: il primo uovo realizzato era in platino smaltato di bianco e al suo interno conteneva un altro uovo, questa volta in oro, il quale conteneva altri due doni: una riproduzione della corona imperiale e un pulcino dorato.   Ancor prima,  nel 1789, grazie a Rodolphe Lindt e al conchage, il processo di lavorazione che rende il cioccolato malleabile e  vellutato al palato rispetto a quello granuloso prodotto fino ad allora, si cominciò a dar forma al cioccolato. Bisogna aspettare poi l’olandese Coenraad van Houte che, nel 1825, inventò la versione dell’uovo di Pasqua attuale, ovvero svuotata all'interno. Dalla somma di  Fabergé , Rodolphe Lindt e Coenraad van Houte si ha il simbolo di ogni felice Pasqua: l'uovo di cioccolato con sorpresa, la gioia di ogni bambino.

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