À la Recherche della rasulecchia per le orecchiette della nonna

Don Giuseppe Cagnazzo con le rasulecchie create da Giovanni Fanelli


 All’improvviso ti avvolge una folata di sugo col salame o l’intenso aroma delle rape che saltellano con l’aglio. Ecco la magia: una macchina del tempo ti prende in pieno e ti scaraventa nel passato, a Matera, dove la nonna armeggiava con la sua bacchetta incantata per preparare le sue mitiche orecchiette: una rasulecchia più veloce della luce e più generosa del sole… Così è stato per il cinquantasettenne Giuseppe Cagnazzo, per tutti i suoi parrocchiani italo-tedeschi semplicemente Don Giuseppe. Proprio lui, nel suo “ritorno al futuro” ha portato con sé la rasulecchia e tutti i sapori dell’amore e dell’infanzia, grazie all’artigiano Giovanni Fanelli e a Trivigno.


La rasulecchia e la nonna delle chianghiaredd

“Io sono il maggiore di tre fratelli. Siamo stati bambini fortunati perché abbiamo avuto una grande nonna, Pasquina Napolitano, ma per noi è e sarà sempre la Nonna delle chianghiaredd - racconta don Giuseppe Cagnazzo - Quando ci faceva le orecchiette era una festa. E non le faceva solo per noi o la nostra famiglia, ma per tutti. Ogni volta che voleva offrire qualcosa a qualcuno sguainava la sua rasulecchia, che aveva sempre nella tasca del grembiule, e cominciava a creare piccole orecchiette come la zecca crea monetine”. Abracadabra, la magia è fatta: le orecchiette, la loro creazione e il loro sapore d’amore hanno creato un ponte percorribile tra il passato e il presente, tra nonna Pasquina e Giuseppe, ormai adulto, tra Matera e il parroco della comunità italiana di Wiesbaden, la capitale del Land dell’Assia, la stessa regione di Francoforte, città obiettivo di tanti emigrati italiani di ieri e di oggi.

Nonna Pasquina


I nonni di Don Giuseppe non hanno conosciuto l’indigenza, neanche durante la guerra. Il suo bisnonno era un commerciante  e i frutti del suo lavoro hanno soddisfatto le necessità di tutta la famiglia e già allora Pasquina era solita regalare orecchiette a chi aveva meno di lei. Sembrava avere una dote particolare nelle mani, quasi create per ricreare forme perfette con farina e acqua. Lei aveva un pollice molto piccolo e sottile, strumento perfetto per girare i cappelletti delle orecchiette. Al pollice aggiungeva un altro magico strumento umano: era una rasulecchia in ferro, ovvero una spatola, molto probabilmente regalo della propria mamma. Le sue orecchiette erano riconoscibili da tutte le altre, “erano molto più piccole rispetto alle tarantine - ricorda il nipote Giuseppe - ma anche rispetto a quelle fatte dalle donne di Ferrandina e Matera avevano la grazia e la perfezione del suo pollice. Unico come unica era lei per noi nipotini”.

orecchiette di pasta fresca 


Giuseppe e i suoi fratelli, seppur nati a Taranto dalla figlia maggiore di Pasquina, ricordano la loro infanzia come “le vacanze di Matera” dalla nonna della chianghiaredd. L’estate era il dono della nonna a ciascuno dei tre, infatti, un mese a testa potevano stare a casa della zia di Matera, sorella più piccola della mamma, con cui stava la nonna Pasquina, originaria di Ferrandina. E quel mese materano soddisfaceva per un anno intero il desiderio di nonna e chianghiaredd. Per Don Giuseppe, l’infanzia e la vacanze furono sempre simboleggiate da quel mese materano al sapore di orecchiette e durarono fino all’83esimo anno della sua adorata nonna, quando partì per non tornare più. Ma lei lasciò le sue tracce, la sua eredità. Dopo la morte di Nonna Pasquina, la sua rasulecchia passò alla nipote Tiziana di Matera, lì dove per tanti anni aveva donato chianghiaredd a tutti. Quella “bacchetta magica” da cui Giuseppe vedeva nascere la festa delle sue vacanze si fa sempre più lontana ora che lui è il parroco degli italiani di Wiesbaden.

la rasulecchia di Nonna Pasquina


La “Recherche” della rasulecchia e l’incontro con Trivigno

Da due anni Don Giuseppe ha raccolto la sfida e ha deciso di fare qualcosa di nuovo nella sua vita. Ha deciso di aiutare lo spirito degli emigrati italiani in Germania. Ha deciso di imparare una nuova e difficile lingua e di conoscere posti nuovi. Ma il nuovo porta con sé anche il ricordo e un po’ di nostalgia per il vecchio. Ed ora che il “piccolo” Giuseppe è così lontano dai luoghi di Nonna Pasquina vorrebbe ritornarci con le immagini della memoria. Così Don Giuseppe comincia la sua "Recherche du temps perdu" e, proprio come Proust, lo fa attraverso i sapori. Ecco le sue petites madeleines: le orecchiette. Ma per crearle ci vuole la bacchetta magica di Nonna Pasquina: la rasulecchia. Don Giuseppe cerca l’utensile incantato dappertutto, ma non lo trova. Era frutto degli artigiani del tempo e dei luoghi della nonna. Bisogna interrogare il web per fare una ricerca in Italia e capire a chi rivolgersi.

Giovanni Fanelli, artigiano di Trivigno, all'uscita del suo laboratorio (foto di Vito Luongo)


Alle chiavi di ricerca “rasulecchia” e “pasta fresca della Basilicata” Google dà come secondo risultato il blog FoodFileBasilicata, così Don Giuseppe si mette in contatto con me per sapere dove e come acquistare una rasulecchia. Lui la definisce proprio così, come lingua madre (il dialetto lucano) vuole: rasulecchia, qualcosa che “rade”, che “toglie via raschiando”. Qualcosa che taglia e poi raschia via l’impasto di farina e acqua. Il termine lucano e la motivazione della Recherche subito creano un ponte d’affetto virtuale tra Wiesbaden e la Basilicata, tra la Germania e Trivigno, tanto che un artigiano del paese, noto per la sua capacità di risolvere ogni problemino domestico e per la sua abilità nel lavorare il ferro, si offre di riprodurre l’antico utensile di Nonna Pasquina. Giovanni Fanelli, caro amico e artigiano di Trivigno, parla personalmente con Don Giuseppe via WhatsApp. È subito “amore” reciproco e Giovanni decide di fare un regalo al parroco, il quale confessa poi di avere anche dei parenti proprio a Trivigno. Giovanni si fa mandare una foto dell’originale rimasto a Matera e, nel giro di una settimana, Don Giuseppe si ritrova ben due rasulecchie simili a quelle della nonna. Una per lui, deciso a imparare l’arte delle chianghiaredd e l’altra da regalare alla mamma, vera allieva dell’arte di Nonna Pasquina. La ricerca del tempo perduto si è compiuta, la petite madeleine è pronta da gustare e la rasulecchia non ha solo creato un ponte tra il passato e il presente ma anche tra la Germania e Trivigno

Commenti

Post più popolari